Ricorso per autofallimento e onere probatorio dell’imprenditore: non è sufficiente la volontà di fallire
Con la pronuncia in commento la Corte precisa che ciò che distingue il ricorso per dichiarazione di fallimento da quello volto all’autofallimento trova fondamento con riguardo agli oneri probatori, i quali, in caso di autofallimento, si atteggiano in maniera differente rispetto alla consueta ipotesi di fallimento richiesto dal creditore. Ai fini della prova della sussistenza dei requisiti di non fallibilità la giurisprudenza ammette strumenti alternativi al deposito dei bilanci degli ultimi tre esercizi di cui all’articolo 15, comma 4, della L.F. fermo restando l’ineluttabile riferimento che gli stessi devono avere, relativamente ai requisiti dimensionali, all’articolo 1 L.F. (Cass. 14 giugno 2019, n. 16117).