Il provvedimento è stato emesso all’esito del procedimento avviato d’ufficio dal Garante per fare chiarezza sui trattamenti dei dati personali dei dipendenti eseguiti da una società che si occupa della raccolta dei rifiuti per conto della municipalizzata di un comune toscano.
Nell’aprile 2018, la società appaltatrice dei predetti servizi aveva consegnato a più di 70 dipendenti dei dispositivi indossabili – al fine di rendicontare il lavoro svolto all’Azienda municipalizzata comunale – i quali: (i) erano dotati di un rilevatore GPS collegato alle “zone di spazzamento” e non al singolo dipendente; (ii) venivano utilizzati per la lettura quotidiana dei tag, per ogni turno di lavoro e per al massimo un turno di lavoro a settimana, previa comunicazione al lavoratore.
Secondo il Garante, la società – per poter continuare ad utilizzare detti dispositivi – dovrà individuare ulteriori misure maggiormente rispettose della dignità dei lavoratori, in quanto: (i) sebbene i “braccialetti” siano collegati alle zone di spazzamento, attraverso i registri dei turni di lavoro è possibile risalire al nominativo del singolo dipendente (geolocalizzabile); (ii) devono essere individuati, dunque, i tempi di conservazione dei registri, cartacei e digitali, strettamente necessari a gestire le eventuali contestazioni da parte dell’Azienda municipalizzata; (iii) dovrà essere svolta una “valutazione d’impatto” sulla protezione dei dati, tenuto conto delle concrete caratteristiche del sistema tecnologico, ai sensi dell’art. 35 del Reg. UE n. 679/2016 (GDPR).