Giornalismo e intelligenza artificiale: quale futuro?
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13 Gennaio 2024

Giornalismo e intelligenza artificiale: quale futuro?

di MDA
su Diritto e Rovescio
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Il New York Times ha citato in giudizio OpenAI e Microsoft nel 2023, affermando che hanno violato il copyright utilizzando i suoi contenuti per addestrare modelli di intelligenza artificiale come ChatGPT.

Il 2023 si è chiuso con la decisione del New York Times di convenire in giudizio, avanti la Corte Distrettuale di New York, OpenAI e Microsoft, accusate di aver addestrato i loro modelli di intelligenza artificiale utilizzando i contenuti del quotidiano newyorkese e di aver così violato il copyright. La contestazione segue la straordinaria diffusione di prodotti come ChatGPT (1,7 miliardi di utilizzatori in tutto il mondo ad appena un anno dal suo lancio), chatbot in grado di generare risposte testuali in una forma molto simile a quelle che verrebbero realizzate da un essere umano, che per “imparare” le proprie abilità di linguaggio si avvale di tecniche quali il data scraping, ovvero la raccolta e la classificazione di milioni di informazioni prelevate anche da fonti editoriali.

Se ChatGPT – chiede il NYT alla Corte Distrettuale – è addestrata su dati che a loro volta utilizzano materiali protetti dal diritto d’autore, l’uso di tali dati costituisce una violazione del copyright?  In caso di condanna, OpenAI sarebbe tenuto a risarcire a NYT miliardi di dollari e a distruggere i data set utilizzati indebitamente, limitando le funzioni di ChatGPT alle sole fonti autorizzate.

Quali scenari si verrebbero a determinare qualora la Corte distrettuale di New York accogliesse la domanda del New York Times? La limitazione per lo sviluppo di ChatGPT sarebbe tale per cui OpenAI sarebbe costretta a trovare un accordo con l’editore, i cui contenuti hanno un valore indispensabile per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale. Questo a sua volta determinerebbe una forte riduzione della concorrenza nel settore, poiché da un lato diminuirebbe il numero delle aziende capaci di reggere il costo delle royalties e dall’altro le poche aziende produttrici di AI stipulerebbero accordi solo con pochi grandi editori selezionati. Allo stesso tempo, si potrebbe creare uno svantaggio competitivo rispetto ad aziende sviluppatrici di AI operanti in paesi caratterizzati da una disciplina meno protettiva dei diritti degli editori.

Il vero nodo che la Corte distrettuale di New York è chiamata a sciogliere è di natura concorrenziale, cioè se l’uso dell’opera di intelligenza artificiale è in concorrenza con l’opera originale – come sostiene il New York Times – o se invece crea un nuovo distinto mercato, come sostengono OpenAI e Microsoft.  Secondo l’editore, infatti, il prodotto dell’intelligenza artificiale potrebbe sostituire l’articolo originale e il lettore cesserebbe così di leggere il giornale.

Si tratta quindi di un nuovo gigantesco capitolo della grande battaglia in corso tra editori e Big Tech, con queste ultime in grado di esercitare una forza, economica e tecnologica, tale da soverchiare la principale fonte di sopravvivenza degli editori, ovvero la proprietà intellettuale, e di limitarne le opportunità di monetizzazione.

L’Unione Europea ha provato a prevenire il conflitto, adottando il Regolamento sull’intelligenza artificiale che di fatto chiede alle aziende produttrici di sistemi di AI di rivelare dettagliatamente i materiali protetti da copyright che sono stati utilizzati per l’addestramento di tali sistemi, senza tuttavia precisare quale debba essere il perimetro di tale attività preventiva.

La novità che viene da New York è che, per la prima volta, una questione che orienterà a livello planetario lo sviluppo della tecnologia viene posta non dal regolatore, ma ad un giudice, che dovrà stabilire se il futuro dell’informazione e del giornalismo passerà in tutto o in parte anche nelle mani dei produttori di intelligenza artificiale o se resterà nelle mani dei creatori delle opere dell’ingegno.

 

Alessio Vianello – Managing Partner
MDA Studio Legale e Tributario
Venezia Padova Treviso

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