Rischio idraulico e difesa del suolo: gli strumenti ci sono, ma vanno utilizzati
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31 Dicembre 2022

Rischio idraulico e difesa del suolo: gli strumenti ci sono, ma vanno utilizzati

di MDA
su Diritto e Rovescio
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I recenti fatti di cronaca testimoniano l’estrema fragilità del nostro territorio, costantemente alle prese con fenomeni naturali sempre più estremi, cui sovente si aggiunge l’incuria dell’uomo.

I recenti fatti di cronaca testimoniano l’estrema fragilità del nostro territorio, costantemente alle prese con fenomeni naturali sempre più estremi, cui sovente si aggiunge l’incuria dell’uomo.

Eppure, sin dalla legge 183 del 1989 non mancano sia gli apparati normativi di difesa del suolo, sia gli strumenti di pianificazione idraulica, che prevalgono sugli strumenti urbanistici, ponendo rigidi vincoli alle attività edilizie.
In Veneto l’Autorità di bacino delle Alpi orientali, da febbraio di quest’anno, ha adottato il Piano di gestione del rischio alluvioni (PGRA). Il Piano, muovendo dalla Direttiva europea sulle alluvioni 2007/60/CE, mira a ridurre le conseguenze negative – derivanti dai fenomeni alluvionali – per la salute umana, per il territorio, per l’ambiente, per il patrimonio culturale e per le attività economiche.

Il PGRA classifica la pericolosità idraulica, ossia la probabilità che in un certo periodo ed in una determinata area si verifichi un fenomeno idraulico di rilevante intensità; classifica anche il rischio, definito come la probabilità che il fenomeno idraulico possa causare effetti dannosi in un certo periodo ed in una determinata area.
La difesa del suolo dal rischio idraulico passa necessariamente, da un lato attraverso limitazioni e vincoli dell’attività edilizia (che certamente comprimono il diritto di proprietà ed il connesso diritto di edificare ma al fine prevenire fenomeni alluvionali), dall’altro attraverso misure di mitigazione del rischio.

Gli stessi strumenti urbanistici devono adeguarsi alle prescrizioni impartite dal PGRA, così come gli uffici tecnici comunali ed i professionisti debbono valutare il progetto alla luce non solo del Piano urbanistico comunale, ma anche del Piano di gestione del rischio alluvioni.

Può essere che il Piano comunale consenta l’intervento edilizio, viceversa vietato dal PGRA, per cui, infine, sarà preclusa la possibilità di edificare; d’altronde, edificare in un ambito territoriale soggetto a pericolo idraulico mette a rischio l’incolumità delle persone e lo stesso investimento economico necessario.
Insomma, i Piani ci sono, la cultura della prevenzione dei rischi idraulici forse un po’ meno, ma la via tracciata dalle norme di tutela e dalla pianificazione di bacino, che andrà ora attuata, merita di essere percorsa con decisione.

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